Internet - Italia

Gli ultimi dati di Nielsen NetRatings sullo sviluppo del web in Italia hanno fornito le seguenti inicazioni:
  • Una popolazione composta a gennaio del 2007 da 20.248.970 italiani (+4% rispetto allo stesso periodo del 2006) che spendono 18 ore e 36 minuti al mese navigando (rispetto a 38 ore e 14 minuti passati complessivamente di fronte al Pc) visitando 1330 pagine web al mese per una media di 50 secondi di ciascuna, con 29 sessioni di navigazioni complessive: praticamente una al giorno.
  • Sono il 56% dei navigatori italiani, pari a 11.377.399 persone, quelli che appartengono alla categoria dei navigatori del Web 2.0. E mostrano elevati dati di consumo della rete rispetto alla media, soprattutto in virtù di collegamenti molto più frequenti. Aumentano infatti sia le sessioni di navigazioni a gennaio (44 rispetto alle 29 medie) che il tempo passato nel web (27 ore e 50 minuti) e il numero di pagine web viste (2046). Anche se la durata delle sessioni rimane analoga a quella dei navigatori " 1.0", cioè 38 minuti.
  • Laudience di chi usa il Web 2.0 nel nostro Paese è sostanzialmente maschile, nella fascia di età fra i 18 e i 34 anni, con una forte preferenza per i siti canonici YouTube, MySpace e Wikipedia.
  • GLi italiani sono, in comparazione con gli altri paesi europei, al quinto posto con il 37% di utenti sul totale dei navigatori del Paese per questi siti. In testa, la Germania (39%), seguita da Spagna (43%), Gran Bretagna (42%) e Francia (41%).
  • Gli under 18 preferiscono il sito Habbo, mentre le donne preferiscono Neopets. La classe di età 18-24 preferisce Second Life mentre gli over 50 preferiscono Webshots e altri siti più di "nicchia" e orientati alla pubblicazione di fotografie digitali o alla ricerca di informazioni.
  • Quasi la metà dei navigatori del Web 2.0 nel nostro Paese, cioè il 47% pari a circa 5.300.000 persone, sono i cosiddetti "navigatori abituali" o "heavy users". Spendono cioè in media più di 10 minuti per ciascuno dei siti che visitano e, oltre al Web 2.0, manifestano una forte propensione per i siti di informazione, anche se passano meno tempo per ciascuna pagina rispetto ai non-Web 2.0.

Fonte: Il Sole24ore.com